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Cecco Mariniello

Che influenza ha dato il Suo lavoro di illustrazione alla creazione artistica?

Cecco Mariniello

Il mio lavoro di illustratore mi ha tenuto lontano dalla pittura  e al riparo dal confronto con i grandi maestri e con le grandi problematiche che attraversano il mondo dell'arte. In definitiva mi ha fatto restare in un ambito più superficiale. Forse però ha anche contribuito a tenermi in contatto con le suggestioni della letteratura, che alimentano in parte anche la mia creazione artistica.

Cecco Mariniello

Penso che l'ispirazione sia qualcosa di un po' misterioso. Un tempo si parlava della musa, che appartiene al mondo degli dei. La mia musa ha a che fare con i sogni, di sicuro. Con la memoria infantile che sconfina nel mito. E  con la tradizione dell'arte classica e preclassica italica e mediterranea. La mia musa ispira la creazione immaginando spazi prospettici, in cui architetture a natura si dispongono in modo da attirare chi guarda in un mondo altro (conosciuto e sconosciuto al tempo stesso), suscitando emozione.

Cecco Mariniello

L'immaginazione lavora in modo indipendente dall'intelletto. Suggerisce immagini senza dare spiegazioni. Se le immagini sono vive e vitali, le dipingo senza stare a chiedermi cosa esattamente significano. Quindi non so bene cosa rappresenta il babbuino (che poi è un mandrillo). Se provo a pensarci, potrei dire che rappresenta la profonda e oscura saggezza della natura e dell'istinto, giustapposta alla misura dell'umana bellezza. Oppure anche che rappresenta il maschio, peloso e confuso di fronte al mistero della bellezza femminile.

Cosa vuole comunicare agli osservatori tramite le Sue opere?

Cecco Mariniello

Offro i frutti della mia immaginazione e del mio mestiere di pittore, confidando che in essi chi guarda possa trovare i frammenti vivi di un mondo dell'anima, da cui attingere emozione e ristoro.