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La mostra online ObbiettivaMENTE, organizzata dal Gruppo DoBe, il Centro Sino Italiano di Design e il Museo Ugo Guidi, in collaborazione con il Comune di Firenze, il Quartiere 4 del Comune di Firenze, il Shanghai Promotion Center for City of Design e la Shanghai International Culture Association, curata da Vittorio Guidi, direttore del Museo Ugo Guidi, si inaugura alle 12:00 ore italiane del 16 luglio 2020.
Premessa
Nella terra antica d’Italia, si trovano tra montagne e mari paesaggi pittoreschi e monumenti storici. E gli italiani si definiscono con orgoglio "il bel paese". Nella lunga storia, le sue venti regioni hanno dato vita delle culture una diversa all’altra, quindi l’Italia è anche un paradiso per i fotografi.
Tre fotografi del nord-ovest della Toscana premono l'otturatore con il loro attaccamento e amore per la loro terra, e sigillano i momenti commoventi che hanno catturato in una capsula del tempo, la fotografia, trasformando la consistenza, il peso e l'emozione istantanei in eternità. Andrea Bartolucci ha concentrato la sua attenzione sul marmo di Carrara, il materiale di specialità della provincia con il quale si incarnano numerose sculture famose, il giornalista Giacomo Mozzi con il suo punto di vista unico dimostra le sue intuizioni sulla società e sulla vita, e in fine Giovanni Nardini ci mostra un diverso modo di vita lontano dalla modernità caotica.
Guardare queste fotografie è come guardare dei momenti eterni, si riesce a sentire l'emozione e la connotazione trasmesse dai fotografi con le sue prospettive “obiettivamente”. Ogni foto, a colori, monocromatica, semplice o pesante, è un passato anche un futuro.
Vittorio Guidi
Direttore del Museo Ugo Guidi e figlio del Maestro Ugo Guidi, vive nel mondo di arte fin dall'infanzia. Ha conosciuto e frequentato gli artisti come ErnestoTreccani, Henry Moore, Giuseppe Migneco, Arturo Dazzi, Ugo Guidi, Felice Carena, Achille Funi, Luigi Dallapiccola, Piero Santi, Ottone Rosai, Ardengo Soffici e molti altri. Dirige il Museo Ugo Guidi, dove si sono svolte numerose mostre d'arte contemporanea e molte delle quali sono curate da lui stesso, fino ad oggi vi hanno avuto luogo oltre 160 mostre d'arte comtemporanea e inoltre presentazioni, conferenze, piccoli concerti, presentazioni di libro e attività didattica ecc.
Fotografi e opere
Andrea Bartolucci
Numerose e qualificate le recensioni sulla stampa specializzata e sui mass media radio televisivi. Diversi sono anche i progetti per l’arte contemporanea in cui l’immagine dialoga con materiali moderni come plexiglass,alluminio o materiali di recupero.Collabora stabilmente con fondazioni e centri culturali come docente di corsi didattici su percezione visiva, composizione fotografica e lettura critica dell’immagine. Sue immagini si trovano in spazi pubblici e privati sia in Italia che all’estero (Francia, Stati Uniti).
▲I segni del marmo 1
“Rupestre – i segni del marmo” è un progetto di ricerca fotografica volto a riaffermare l’infinita bellezza del marmo, il suo valore storico, artistico e socio-economico nella Versilia Medicea; dove ancora oggi la sua estrazione è tradizione e connubio rispettoso con l’ambiente unico ed irripetibile delle Alpi Apuane.
▲大理石的印记2I segni del marmo 2
Una ricerca iconografica, uno sguardo particolare focalizzato sulla materia e sulla luce, dove, come d’abitudine, ho omesso la presenza diretta dell’uomo e ne ho seguito le tracce negli ambienti dove il marmo nasce, affiora e si svela ai nostri occhi: la cava, la cava dismessa ed il piazzale lapideo che sia.
▲I segni del marmo 3
Ho cercato e seguito le tracce incise sulla materia nelle fasi di estrazione e lavorazione, nonché i segni delle ossidazioni lasciati sulla pietra dallo scorrere del tempo e dalla vegetazione che si riappropria degli spazi abbandonati dall’uomo. La fotografia del resto, come tutta l’arte, è un insieme di segni e simboli organizzato graficamente. Attraverso le geometrie più intime del marmo e della luce, ho cercato di svelare la bellezza senza tempo della pietra e dei luoghi ad essa deputati.
▲I segni del marmo 4
Una bellezza ancestrale, dove anche il segno attuale e moderno della macchina, appare come incisione rupestre, come frutto arcaico della mano e della mente dell’uomo; inciso che sia, su una liscia parete di cava o su candidi blocchi squadrati, moderni monoliti nell’unicità di un paesaggio superbo.
▲I segni del marmo 5
Un fotografo deve riuscire ad interpretare e a trasfigurare la realtà che lo circonda ed io, con il dovuto rispetto, ho paragonato idealmente i luoghi del marmo di oggi, alle grotte di Altamira e Lascaux di ieri. I siti da cui idealmente iniziò il cammino dell’arte, dell’evoluzione umana ed i luoghi da dove è iniziato il cammino della grande bellezza, accomunati da un denominatore comune: la pietra. Quella pietra di luce che ha concorso a costruire la grande bellezza della nostra regione, un valore aggiunto per un museo a cielo aperto che tutto il mondo conosce, apprezza e ci invidia, simbolo di bellezza, ingegno e buon vivere: la Toscana.
Giacomo Mozzi
Giacomo Mozzi è un fotografo di Viareggio. Fin da giovane ha sempre voluto descrivere quello che gli stava attorno, scrivendo o fotografando. Con il tempo ha migliorato queste due qualità fino a diventare fotografo e giornalista. La descrizione di grandi ambienti o di particolari, viene arricchita sempre dal contesto o dal significato che viene dato sia al testo che all’immagine. Questi due aspetti della comunicazione sono sempre all’interno di qualcosa di limitato come un foglio per la scrittura ed un rettangolo per la fotografia, ma sta all’estro ed alla creatività di chi padroneggia il mezzo saperli riempire. Con questa filosofia ha creato diversi progetti che si sono trasformati in mostre o pubblicazioni. Collabora e lavora nel mondo dell’arte, della cultura, del sociale e dell’editoria.
▲Visioni Orientali-Tramonto in treno
Un tramonto visto da un treno in Giappone dove distrattamente nessuno osserva fuori dal finestrino ad osservare lo spettacolo che la natura ci offre oltre la città.
▲La fine della carta stampata
New York, la sede del più famoso giornale del mondo, mentre un foglio di giornale sta volando non si sa dove e fa sorgere la domanda: Che fine farà la carta stampata?
▲La morte di Manon Lescaut
Le opere di Puccini - L'ultimo atto della Manon Lescaut dove la protagonista stremata muore tra le braccia del suo innamorato in una terra lontana. Una tragedia che si consuma ed alle quali il Maestro Puccini ci ha sapientemente educato attraverso le sue opere.
▲Nel segno di Michelangelo
Il marmo, Michelangelo, lo scultore ed artista conosciuto in tutto il mondo, il materiale che prediligeva e dal quale faceva nascere opere alle quali mancava solo la parola.
▲Colour - Come dare un senso ai colori
La libertà inizia dalla libertà di espressione, di comunicazione. La libertà di potersi esprimere attraverso un disegno, attraverso i colori, attraverso delle emozioni. Una volta che si è liberi allora si può iniziare a dare delle interpretazioni a ciò che si vede.
Giovanni Nardini
Giovanni Nardini è nato e vive a Viareggio. Laureato in Filosofia, si è avvicinato alla fotografia agli inizi degli anni ’80. Attento osservatore della vita quotidiana, intende la fotografia come ricerca, strumento per raccontare in maniera personale realtà sociali e culturali della propria terra e non solo.
Primo fotografo ad entrare nel mondo chiuso e riservato dei Certosini della Certosa di Farneta, ha realizzato una serie di racconti fotografici di carattere spirituale su monasteri e conventi della Lucchesia. Molto coinvolgente e particolare il reportage sull’Eremo di Minucciano. Ha realizzato un racconto fotografico sui sassi di Matera, alla ricerca delle tracce che la civiltà contadina ha lasciato nella suggestiva città della Basilicata e nel 2014 è tra i fotografi che insieme a Gianni Berengo Gardin sono invitati a Matera alla mostra evento " Radici e percorsi su Matera e dintorni".
Ha pubblicato nove libri fotografici e diversi calendari e ha all’attivo più di sessanta mostre personali in diverse città di Italia. Ma Nardini coltiva l’altra grande passione, la fotografia di strada, con cui riesce a rappresentare la vita quotidiana, le realtà sociali e a svolgere progetti fotografici sulle più grandi città d’Europa e di Italia.
▲L'ultimo calafato di Viareggio
Le foto della mostra sono un estratto di alcuni lavori che riguardano realtà socio- culturali del territorio della provincia di Lucca. Una foto riguarda gli ultimi calafati che lavorano in un importante cantiere di Viareggio che realizza barche in legno. Due foto fanno parte di un reportage sul mondo contadino della Garfagnana. Abbiamo poi una foto tratta da un suo libro fotografico sulle prestigiose fonderie di Pietrasanta. L’ultima foto fa parte di un libro fotografico che racconta la realtà spirituale dell’ultimo eremo abitato da eremiti della Garfagnana.
▲La tosatura, Villa Soraggio, Garfagnana
▲Eva la pastora di Campallorzo
▲Fonderie Pietrasanta
▲Nell'eremo di Minucciano
Intervista