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【Review】“ObbiettivaMENTE” Mostra Fotografia OnlineTime:2021-07-16

 

 

【Review】“ObbiettivaMENTE” Mostra Fotografia Online

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2021-07-16 12:00:00

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La mostra online ObbiettivaMENTE, organizzata dal Gruppo DoBe, il Centro Sino Italiano di Design e il Museo Ugo Guidi, in collaborazione con il Comune di Firenze, il Quartiere 4 del Comune di Firenze, il Shanghai Promotion Center for City of Design e la Shanghai International Culture Association, curata da Vittorio Guidi, direttore del Museo Ugo Guidi, si inaugura alle 12:00 ore italiane del 16 luglio 2020.

 

 

 

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Premessa

 

 

Nella terra antica d’Italia, si trovano tra montagne e mari paesaggi pittoreschi e monumenti storici. E gli italiani si definiscono con orgoglio "il bel paese". Nella lunga storia, le sue venti regioni hanno dato vita delle culture una diversa all’altra, quindi l’Italia è anche un paradiso per i fotografi. 

 

Tre fotografi del nord-ovest della Toscana premono l'otturatore con il loro attaccamento e amore per la loro terra, e sigillano i momenti commoventi che hanno catturato in una capsula del tempo, la fotografia, trasformando la consistenza, il peso e l'emozione istantanei in eternità. Andrea Bartolucci ha concentrato la sua attenzione sul marmo di Carrara, il materiale di specialità della provincia con il quale si incarnano numerose sculture famose, il giornalista Giacomo Mozzi con il suo punto di vista unico dimostra le sue intuizioni sulla società e sulla vita, e in fine Giovanni Nardini ci mostra un diverso modo di vita lontano dalla modernità caotica. 

 

Guardare queste fotografie è come guardare dei momenti eterni, si riesce a sentire l'emozione e la connotazione trasmesse dai fotografi con le sue prospettive “obiettivamente”. Ogni foto, a colori, monocromatica, semplice o pesante, è un passato anche un futuro. 

 

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Curatore

 

Vittorio Guidi

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Direttore del Museo Ugo Guidi e figlio del Maestro Ugo Guidi, vive nel mondo di arte fin dall'infanzia. Ha conosciuto e frequentato gli artisti come ErnestoTreccani, Henry Moore, Giuseppe Migneco, Arturo Dazzi, Ugo Guidi, Felice Carena, Achille Funi, Luigi Dallapiccola, Piero Santi, Ottone Rosai, Ardengo Soffici e molti altri. Dirige il Museo Ugo Guidi, dove si sono svolte numerose mostre d'arte contemporanea e molte delle quali sono curate da lui stesso, fino ad oggi vi hanno avuto luogo oltre 160 mostre d'arte comtemporanea e inoltre presentazioni, conferenze, piccoli concerti, presentazioni di libro e attività didattica ecc.

 

 

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Fotografi e opere

 

 

 

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Andrea Bartolucci

 

Andrea Bartolucci è nato in Versilia, provincia di Lucca, Toscana, dove vive e lavora. Alla base della sua ricerca fotografica sta il concetto che “non conta ciò che vedi, ma la diversità con cui lo vedi”, spiegando così il metro interpretativo e non documentaristico con cui realizza i propri lavori, convinto che, in realtà, la bellezza si cela in ogni luogo, in ogni forma, basta saperla svelare agli occhi. 

 

Ha realizzato progetti editoriali-espositivi di ricerca su paesaggio, architettura ed archeologia industriale in ambito nazionale ed internazionale, con numerose esposizioni sia personali che collettive, collaborando con critici, storici e giornalisti di grande rilievo nel panorama culturale italiano. 

 

Numerose e qualificate le recensioni sulla stampa specializzata e sui mass media radio televisivi. Diversi sono anche i progetti per l’arte contemporanea in cui l’immagine dialoga con materiali moderni come plexiglass,alluminio o materiali di recupero.Collabora stabilmente con fondazioni e centri culturali come docente di corsi didattici su percezione visiva, composizione fotografica e lettura critica dell’immagine. Sue immagini si trovano in spazi pubblici e privati sia in Italia che all’estero (Francia, Stati Uniti). 

 

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I segni del marmo 1

“Rupestre – i segni del marmo” è un progetto di ricerca fotografica volto a riaffermare l’infinita bellezza del marmo, il suo valore storico, artistico e socio-economico nella Versilia Medicea; dove ancora oggi la sua estrazione è tradizione e connubio rispettoso con l’ambiente unico ed irripetibile delle Alpi Apuane.

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▲大理石的印记2I segni del marmo 2

 

Una ricerca iconografica, uno sguardo particolare focalizzato sulla materia e sulla luce, dove, come d’abitudine, ho omesso la presenza diretta dell’uomo e ne ho seguito le tracce negli ambienti dove il marmo nasce, affiora e si svela ai nostri occhi: la cava, la cava dismessa ed il piazzale lapideo che sia.

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I segni del marmo 3

 

Ho cercato e seguito le tracce incise sulla materia nelle fasi di estrazione e lavorazione, nonché i segni delle ossidazioni lasciati sulla pietra dallo scorrere del tempo e dalla vegetazione che si riappropria degli spazi abbandonati dall’uomo. La fotografia del resto, come tutta l’arte, è un insieme di segni e simboli organizzato graficamente. Attraverso le geometrie più intime del marmo e della luce, ho cercato di svelare la bellezza senza tempo della pietra e dei luoghi ad essa deputati.

 

 

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I segni del marmo 4

 

Una bellezza ancestrale, dove anche il segno attuale e moderno della macchina, appare come incisione rupestre, come frutto arcaico della mano e della mente dell’uomo; inciso che sia, su una liscia parete di cava o su candidi blocchi squadrati, moderni monoliti nell’unicità di un paesaggio superbo.

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I segni del marmo 5

 

Un fotografo deve riuscire ad interpretare e a trasfigurare la realtà che lo circonda ed io, con il dovuto rispetto, ho paragonato idealmente i luoghi del marmo di oggi, alle grotte di Altamira e Lascaux di ieri. I siti da cui idealmente iniziò il cammino dell’arte, dell’evoluzione umana ed i luoghi da dove è iniziato il cammino della grande bellezza, accomunati da un denominatore comune: la pietra. Quella pietra di luce che ha concorso a costruire la grande bellezza della nostra regione, un valore aggiunto per un museo a cielo aperto che tutto il mondo conosce, apprezza e ci invidia, simbolo di bellezza, ingegno e buon vivere: la Toscana.

 

 

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Giacomo Mozzi 

 

Giacomo Mozzi è un fotografo di Viareggio. Fin da giovane ha sempre voluto descrivere quello che gli stava attorno, scrivendo o fotografando. Con il tempo ha migliorato queste due qualità fino a diventare fotografo e giornalista. La descrizione di grandi ambienti o di particolari, viene arricchita sempre dal contesto o dal significato che viene dato sia al testo che all’immagine. Questi due aspetti della comunicazione sono sempre all’interno di qualcosa di limitato come un foglio per la scrittura ed un rettangolo per la fotografia, ma sta all’estro ed alla creatività di chi padroneggia il mezzo saperli riempire. Con questa filosofia ha creato diversi progetti che si sono trasformati in mostre o pubblicazioni. Collabora e lavora nel mondo dell’arte, della cultura, del sociale e dell’editoria.

 

 

 
 
 
 
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Visioni Orientali-Tramonto in treno

 

Un tramonto visto da un treno in Giappone dove distrattamente nessuno osserva fuori dal finestrino ad osservare lo spettacolo che la natura ci offre oltre la città.

 

 

 

 
 
 
 
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La fine della carta stampata

 

New York, la sede del più famoso giornale del mondo, mentre un foglio di giornale sta volando non si sa dove e fa sorgere la domanda: Che fine farà la carta stampata? 

 

 

 

 
 
 
 
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La morte di Manon Lescaut

 

Le opere di Puccini - L'ultimo atto della Manon Lescaut dove la protagonista stremata muore tra le braccia del suo innamorato in una terra lontana. Una tragedia che si consuma ed alle quali il Maestro Puccini ci ha sapientemente educato attraverso le sue opere. 

 

 

 

 
 
 
 
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Nel segno di Michelangelo

 

Il marmo, Michelangelo, lo scultore ed artista conosciuto in tutto il mondo, il materiale che prediligeva e dal quale faceva nascere opere alle quali mancava solo la parola. 

 

 

 

 
 
 
 
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Colour - Come dare un senso ai colori

 

La libertà inizia dalla libertà di espressione, di comunicazione. La libertà di potersi esprimere attraverso un disegno, attraverso i colori, attraverso delle emozioni. Una volta che si è liberi allora si può iniziare a dare delle interpretazioni a ciò che si vede. 

 

 

 

 

 

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Giovanni Nardini 

 

Giovanni Nardini è nato e vive a Viareggio. Laureato in Filosofia, si è avvicinato alla fotografia agli inizi degli anni ’80. Attento osservatore della vita quotidiana, intende la fotografia come ricerca, strumento per raccontare in maniera personale realtà sociali e culturali della propria terra e non solo. 

 

Primo fotografo ad entrare nel mondo chiuso e riservato dei Certosini della Certosa di Farneta, ha realizzato una serie di racconti fotografici di carattere spirituale su  monasteri e conventi della Lucchesia. Molto coinvolgente e particolare il reportage sull’Eremo di Minucciano. Ha realizzato un racconto fotografico sui sassi di Matera, alla ricerca delle tracce che la civiltà contadina ha lasciato nella suggestiva città della Basilicata e nel 2014 è tra i fotografi che insieme a Gianni Berengo Gardin sono invitati a Matera alla mostra evento " Radici e percorsi su Matera e dintorni". 

 

Ha pubblicato nove libri fotografici e diversi calendari e ha all’attivo più di sessanta mostre personali in diverse città di Italia. Ma Nardini coltiva l’altra grande passione, la fotografia di strada, con cui riesce a rappresentare la vita quotidiana, le realtà sociali e a svolgere progetti fotografici sulle più grandi città d’Europa e di Italia. 

 

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L'ultimo calafato di Viareggio 

 

Le foto della mostra sono un estratto di alcuni lavori che riguardano realtà socio- culturali del territorio della provincia di Lucca. Una foto riguarda gli ultimi calafati che lavorano in un importante cantiere di Viareggio che realizza barche in legno. Due foto  fanno parte di un reportage sul mondo contadino della Garfagnana. Abbiamo poi una foto tratta da un suo libro fotografico sulle prestigiose fonderie di Pietrasanta. L’ultima foto fa parte di un libro fotografico che racconta la realtà spirituale dell’ultimo eremo abitato da eremiti della Garfagnana.

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La tosatura, Villa Soraggio, Garfagnana 

 

 

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Eva la pastora di Campallorzo 

 

 

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Fonderie Pietrasanta 

 

 

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Nell'eremo di Minucciano

 

 

 

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Intervista

 

 

Centro Sino Italiano di Design
 
Come cogli l'ispirazione nelle tue creazioni?

Andrea Bartolucci

 
Le mie creazioni nascono da progetti editoriali-espositivi a largo raggio, di ricerca sul paesaggio, archeologia industriale ed architettura. Sono percorsi visivi che interpreto partendo dalla mia curiosità, dalle mie sensazioni interiori, dalle mie emozioni, e che approdano ai luoghi ed alla storia, seguendo le tracce che lascia l'uomo nei diversi ambienti in cui opera o ha operato. Credo che la storia possa spiegare il passato, ma soprattutto aiutare a capire il presente ed il futuro. Un equilibrio in bilico, come quello tra forma e contenuto, tra bellezza e sentimento.

Giacomo Mozzi

 

 
Dipende da che cosa mi prefisso di fare e comunicare. Alcune fotografie sono studiate, escogitate e create mediante un processo creativo che può durare anche qualche giorno. Inizi a prefiggerti un'idea e come poterla realizzare e comunicare, da lì poi passi all'atto pratico creando un vero e proprio set in alcuni casi o andando a trovare il luogo perfetto per poter realizzare la tua idea. Nel reportage invece non c'è il tempo di creare questo processo. Si può dire che sia la massima espressione del " cogli l'attimo". Sta alla sensibilità ed esperienza e, se si vuole, inventiva istantanea della persona riuscire a sintetizzare in un rettangolo di scatto quello che lui ed altri vogliono comunicare. 

Giovanni Nardini

 

 
La mia è principalmente una fotografia di stampo documentaristico e narrativo, per questo diventa importante la conoscenza e lo studio del  territorio e delle realtà socio-culturali che voglio raccontare. Inoltre il rapporto fotografia-letteratura è per me molto importate, molti lavori nascono da spunti letterari.
Centro Sino Italiano di Design
 
Cosa vuoi comunicare agli osservatori tramite le tue opere?

Andrea Bartolucci

 
Che la bellezza si cela in ogni dove, in ogni luogo, anche in quello più degradato e sotto ogni forma; basta saperla interpretare attraverso la propria sensibilità interiore e riuscire poi a svelarla agli occhi di chi l'osserva, sperando di regalargli un'emozione e chiudere così un intimo loop sensoriale. 

Giacomo Mozzi

 

 
Bisogna riuscire a comunicare. Ogni contesto, ogni situazione ed ogni ambiente, secondo il mio punto di vista, ha bisogno di una comunicazione diversa. Tutte le sensazioni se ci si pensa sono regolate da una comunicazione che avviene da parte di qualcuno o qualcosa. Se dovessi esprimere la mia comunicazione direi che si adatta al contesto in base sempre al mio punto di vista, il che non è detto che non sia anche il punto di vista di qualcun altro. Rispondendo alla domanda sul cosa voglio comunicare, essenzialmente un'interpretazione della realtà, un'interpretazione di un progetto, una visione di ciò che il mezzo fotografico può offrire e creare grazie ad un'attenta e studiata comunicazione. 

Giovanni Nardini

 

 
Sarebbe troppo semplice e superficiale dire emozioni, in realtà oltre al fatto emotivo c’è un  aspetto conoscitivo, cerco di raccontare in maniera soggettiva storie di donne e uomini. In molti miei lavori il senso della memoria è fondamentale; spesso vado alla ricerca delle tracce del passato, non con spirito nostalgico, ma per cercare di far conoscere le radici delle nostre terre, della nostra cultura, da dove siamo venuti.
Centro Sino Italiano di Design
 
Quale pensi sia la parte più importante di una fotografia?

Andrea Bartolucci

 
Secondo me le parti importanti di un'immagine fotografica sono essenzialmente tre: la luce, il soggetto, gli effetti grafici.
La luce da corpo e forza agli altri elementi; l'importanza del soggetto ne accresce il potenziale estetico, così come gli effetti grafici; essendo la fotografia, come tutta l'arte del resto, un insieme codificato di segni e simboli e trasformare un'immagine piana bidimensionale in tridimensionale prospettica.

Giacomo Mozzi

 

 
Il contenuto. La fotografia fine a se stessa non è fotografia, ma opera stilistica o prettamente artistica. Il contenuto fa in modo che la fotografia venga ricordata, venga interpretata, pubblicata e tramandata. Una fotografia che rappresenta un momento, uno status, un modo di essere o anche un senso di appartenenza riesce a raccontare la storia dell'uomo. Attraverso queste immagini si può ricostruire molte visioni e prospettive umane, sia nell'essere ora, dell'istantaneità, attraverso il reportage, sia nel passato trovando così una valida narrazione di ciò che l'uomo ha fatto nel tempo. Una fotografia sancisce sempre un avvenimento e lo blocca. Se questo avvenimento è personale la fotografia sarà interpretata da un gruppo ristretto di persone, se l'avvenimento assume una caratteristica mondiale sarà riconosciuto e riconducibile universalmente. 

Giovanni Nardini

 

 
Non credo che si possa parlare di fotografia in generale, semmai di tipologie di fotografie e di fotografi, con le proprie esperienze e il proprio bagaglio culturale. Ogni fotografo darà una risposta diversa. Non sono interessato tanto al singolo scatto, ma la singola foto, anche se deve avere  di per sé un forte impatto, si deve inserire  e acquistare forza nel dipanarsi  e nella costruzione di un racconto. Per la mia fotografia, che si ispira alla fotografia Umanista, l’aspetto fondamentale è il rispetto dell’umanità in tutte le sue espressioni, è la coerenza con le mie scelte ideologiche.
Centro Sino Italiano di Design
 
Quale pensi sia l'essenza della fotografia?

Andrea Bartolucci

 
L'essenza magica della fotografia sta nel suo potere emozionale-prospettico. Nasce dentro di noi, come frutto della nostra anima e si sviluppa attraverso lo stupore dei nostri occhi, riuscendo ad unire bellezza interiore ed estetica formale.Trasformando così un attimo visionario in un attimo infinito di bellezza senza tempo.

Giacomo Mozzi

 

 
La comprensione e la lettura. Lo spettatore deve riuscire a capire e volendo reinterpretare l'immagine fotografica in pochi istanti per poi, se vuole, in un secondo momento, approfondire meglio il significato e i vari dettagli che la compongono. Se una fotografia non riesce ad essere capita difficilmente entrerà nell'immaginario comune e verrà ricordata. 

Giovanni Nardini

 

 
La fotografia è un linguaggio vario e complesso, usato in molteplici modi e contesti, ma se  vogliamo dare una pur difficile definizione della fotografia, possiamo dire che è quel linguaggio che ci racconta la realtà, ma non la verità.
Centro Sino Italiano di Design
 
Come interpreti il rapporto tra fotografia e vita?

Andrea Bartolucci

 
La fotografia, come movimento dell'anima, come spinta emotiva, non può che essere metafora di vita. Come nella vita, spesso devi scegliere in fretta, decidere che tempo e che taglio dare all'inquadratura, cosa inserire nella composizione e capire che ogni scelta porta inevitabilmente una conseguenza.Ogni luce comporta un'ombra, ogni tono chiaro comporta uno scurimento espositivo degli altri, ogni abbinamento di colore uno stato d'animo diverso....E' la regola ineluttabile del rovescio della medaglia, e serve per imparare a capire ed accettare, ma anche per cercare e trovare nuovi impulsi, nuovi stimoli per affrontare le situazioni quotidiane. E serve, per ultimo ma non ultimo, per continuare a sognare; per far si che quel frammento di vita e di mondo che appare nel mirino della fotocamera, appaia come lo abbiamo visto e sognato. Per noi e per i nostri figli.

Giacomo Mozzi

 

 
In una società come quella attuale il legame è molto forte. Siamo contornati da immagini, da messaggi che vengono lanciati tra parole e grafiche, fotografie e film. La fotografia, come tutte le immagini, usa un linguaggio universale e ha la grandissima caratteristica di essere istantanea, quindi può rappresentare il subito ed ora ad una quantità incredibile di persone. La fotografia per chi la fa è la vita, o meglio è il suo mezzo di rapportarsi con la vita e di vivere il suo tempo avendo la grande responsabilità di rappresentarlo. 

Giovanni Nardini

 

 
Per la mia fotografia questo rapporto è fondamentale. Essa nasce dalla vita, dal mondo che mi circonda, dalle donne  e uomini che incontro, con i quali comunico, che sia per un attimo o per periodi lunghi. E’ il cercare di entrare nel loro vissuto e trasformalo in un racconto personale, che sia però rispettoso della loro esistenza.

 

 

 

La mostra è finita, grazie per la visione!