Ecco, la bellezza di un viaggio sta tutta nel tragitto. Molti non vedono l’ora di raggiungere la meta, ma il vero amante del viaggio sa bene che la bellezza è nel percorso che si attraversa per raggiungerla. Il vero viaggio ha sempre uno scopo, che non sempre è il semplice raggiungimento di una meta. Il viaggio è una rivelazione, può anche essere circolare ma attraversa sempre la scoperta.
Nuove culture, nuove conoscenze, nuovi sapori, lingue ed esperienze. Ulisse, il viaggio di Ulisse è menzionato anche nell’Inferno di Dante, dove l’eroe omerico sconta proprio la troppa “sete di conoscenza”.
Senza rischiare di finire all’inferno, viaggiare è sicuramente il modo più efficace per aprire la propria mente, aumentare la propria consapevolezza e percezione del mondo, capire modi diversi di pensare rispetto al proprio.
Per mettersi in viaggio ci si può domandare quale sia lo scopo, o forse è meglio scoprirlo solo alla fine. E come per Ulisse, potrebbe venir fuori che quel desiderio di mollare tutto e partire non porterà̀ ad altro che a ritornare a “casa”, ai propri valori, alle proprie origini, magari piuttosto cambiati e arricchiti.
Ecco, il mio percorso, la mia ricerca, o meglio, il mio viaggio va di pari passo con la propensione e la volontà̀ di spingermi verso la scoperta e l’ignoto. Un viaggio simbolico che parte da un movimento umano, una tensione verso l’esterno, verso il futuro o verso un obiettivo, una ricerca di altro da sé e un’immersione dentro di sé. Un viaggio come riassunto di un percorso e di una scoperta, in un continuo procedere che è parte integrante della mia evoluzione intellettuale ed emotiva.
Una scintilla mi spinge ad uscire dalle sicurezze acquisite per amore della conoscenza, alla ricerca di qualcosa che manca o che credo perduto, alla necessità di mettermi alla prova con altri modi di essere, consapevole di voler ricercare tasselli mancanti da aggiungere al sapere. Non affretto il mio viaggio, non è importante arrivare ma partire, non è importante seminare ma raccogliere. I veri viaggiatori partono per andare e basta. Cerco significati relativi a questo movimento, il percorso di individuazione è legato a immagini simboliche. Iconografie legate al mare affiorano come elementi di tale viaggio.
Il riflesso della luna sullo specchio d’acqua marina è visibile anche al buio, la vernice fosforescente prolunga e mantiene visibile il riverbero sconfiggendo anche il nero più profondo.
Una simulazione reale, un momento di riflessione nell’attesa della meta.
Ho immaginato questa esperienza di percorso artistico come viaggio metaforico, una navigazione attraverso la luce del buio.
Ho capito dal mare che posso lasciarmi andare, senza avere limiti e confini.
Ogni cosa scopro dal vento e dalle onde. Ho trovato l’essenza nell’acqua salata. Ho imparato a togliere le paure dalla mente e ora mi perdo nel mare prima che la riva si arrenda alla mareggiata.
Il viaggio continua...
—— Barbara Salvucci