Luca Brandi appare fedele anche in questa mostra "Ritrovarsi nel tempo" alle scelte stilistiche maturate e confermate negli anni, ma prima ancora è, come sempre, fedele a sé stesso. Si potrebbe dire che Brandi non ha scoperto l’astratto nella storia dell’arte, nelle gallerie, negli studi dei colleghi ma l’ha inventato prima dentro di sé, e quel suo sentire originale si è poi affiatato e affiancato a una tradizione.
Per questo la sua ricerca non si conclude con una sua adesione formale, una volta per tutte, a uno stile e a un approccio “ideologico”, ma è una continua ridiscussione, un rinnovato ritrovarsi in un dialogo interiore, espressivo e morale, e ogni volta risulta essere una sfida, una quiete di cavaliere perduto, a disposizione di ogni prova che, alla fine, è lui stesso a proporre dalla propria coscienza.
Così ora la storia, tra Medioevo e Rinascimento, entra nelle opere di Brandi attraverso sistemi riprodotti con la tecnica dello stencil: figure e figurazioni, forme, maschere e segnali. La sedimentazione storica potrebbe diventare inerte, stabilmente identificabile, pacificata e pacificante, ma in realtà trova il proprio senso nel contrasto con il fondo che ne viene contenuto e trattenuto.
La passione che si coagula anche nella scelta dei materiali (vari tipi di Lino e carte di differente peso e grana), si confronta con forme marcate da antiche vicende storiche e, conservando in ogni passo la sua natura personale, documenta ancora una volta l’ansito di assoluto sprofondato nell’io.
——Domenico De Martino
Professore dell'Università di Pavia, Critico d'arte