Cos’è che mi spinge a creare? Citando Kandinsky, è una irrefrenabile “necessità interiore” di esprimere me stesso, la mia epoca, l’arte. Mi esprimo con le forme, la materia, i colori, che sento “interiormente affini”, senza seguire regole, teorie o tendenze predefinite, ma quelle dettate dai miei sentimenti, dalla mia sensibilità, dalla mia “necessità interiore”. Quella necessità che porta ad esprimere liberamente i miei sentimenti, le mie emozioni, a riversare esternamente, sotto forma di colore, forma, materia, quell’energia vitale che quotidianamente interiormente si accumula.
A volte vivo una realtà virtuale, costruita con la fantasia, secondo le mie necessità, come evasione dal mondo reale che non risponde alle mie esigenze, per provare un’emozione che la realtà nega. Le esperienze quotidiane mi riempiono l’anima di tanta energia che necessita di essere riversata, in un mondo parallelo che più mi appartiene, con un atto creativo, con materiali, forme e colori.
Semplici attività quotidiane mi portano ad osservare la realtà che mi circonda: lo spazio, il colore, le forme, suscitano emozioni, sensazioni che inconsciamente memorizzo nella mia mente. Spesso le immagini riaffiorano e mi portano a rivivere le emozioni provate nel momento in cui ne ho fatto esperienza e ho una forte esigenza di riversarle all’esterno con l’energia di gesti, segni, forme, colore e materia.
I lavori con caratteristiche simili li raggruppo in Serie, accomunati solitamente da uno stesso titolo, come Paesaggio, Paesaggio urbano, Colore, I colori della memoria, Oggetti sensibili e differenziati dalla data di creazione e di solito con un numero progressivo.
Nella serie “Paesaggi”, figurazione e astrazione si compensano. Fonte di ispirazione è la natura, il paesaggio, ma senza imitazione, senza rappresentazione. Segno, gesto, colore e luce restituiscono sulla tela una visione interiore, astratta, che genera calore emotivo.
La forma è suggerita, più che dichiarata, con confini spesso indefiniti, per esprimere la profondità e non la spettacolarità, ma con fantasia e immaginazione, con poesia. I “Paesaggi urbani” sono sempre paesaggi che, paradossalmente, sono definibili non figurativi, astratti, ma alcuni dettagli, segni, colori, forme, evocano paesaggi urbani indefiniti, nello spazio e nel tempo.
Nella serie “Colore” predominano aspetti fondamentali, i colori, che catturano le varie sfumature di luce e l’energia di un luogo e di un tempo. Le varie combinazioni cromatiche, la potenza espressiva del colore, solitamente luminoso, solare, fresco, raggiungono la mente e il cuore dello spettatore.
Ma la tela, i colori ad olio, acrilici o altro, a volte, però, non bastano, come nella serie “Oggetti sensibili”, dei video alla cui base c’è la ricerca sul colore, sull’energia e sulla luce, un processo di sperimentazione sulla possibilità di fondere Arte, Scienza e Tecnologia come pure avviene nella serie “Sculture”. Per soddisfare l’esigenza interiore ho bisogno anche delle tre dimensioni, di materiali solidi, naturali o artificiali, come la resina, il plexiglas o altro. A volte, la luce naturale non basta per illuminare l’opera ma ho bisogno che l’opera stessa emani luce artificiale, dall’interno, led, con la possibilità che il colore non sia solo definito dall’artista, immutabile, ma che sia variabile, scelto dallo spettatore secondo i propri gusti e le proprie esigenze.