

La mostra personale online di Chiara Giorgetti "Positivo / Negativo" è organizzata dal Gruppo DoBe (Simbolo di borsa 300947) e il Centro Sino Italiano di Design, in collaborazione con il Comune di Firenze, il Quartiere 4 del Comune di Firenze, lo Shanghai Promotion Center for City of Design, e la Shanghai International Culture Association, si inaugura alle 12:00 del 10 settembre 2021.
Il percorso visivo presentato in questa occasione comprende vari cicli di lavoro in cui le immagini di partenza fanno parte di un esteso archivio che l’artista ha accumulato nel tempo e che sono divenute pretesto per una riflessione sul ruolo dell’artista nella società contemporanea. Il titolo positivo_negativo allude, infatti, non solo agli aspetti complementari delle immagini a stampa, dove il ribaltamento e lo scambio tra positivo e negativo permettono la proiezione e realizzazione di un’immagine bidimensionale, ma vuole fare riferimento anche agli aspetti complementari e contradditori che convivono nel profondo delle persone mettendo in evidenza la possibilità di un doppio sguardo verso le cose.
Chiara Giorgetti

Chiara Giorgetti è Professore di Grafica d'arte nel Biennio specialistico all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Utilizza linguaggi diversi che spaziano dalla fotografia al disegno, dalla calcografia alla pittura concentrando la propria ricerca sulla complessità delle relazioni in una società dominata dalla tecnologia. Dopo gli studi scientifici studia Pittura all'Accademia di Belle Arti di Firenze e dagli anni '90 a fasi alterne partecipa a mostre, tiene conferenze e workshop in Italia e all'estero, scrive per riviste e siti web.
Nel 2001 fonda la webzine Printshow.it dedicata alla grafica d'arte e al libro d’artista. Tra le esperienze più significative la pubblicazione con la casa editrice Springer Wien-New York in im:print 2011 journal for the state of current printmaking a cura di M.Schneider e P.Maurer e le letture fatte alla University of Fine Arts Geidai di Tokyo, alla School of Publishing and Printing presso il London College of Communication e il ciclo di conferenze alla University of Connecticut e alla University of Hartford. Dal 2012 al 2019 è co-curatrice del progetto da>verso della Scuola di Grafica d'arte dell'Accademia di Brera, che indaga le interazioni tra i linguaggi verbali e visivi.
chiaragiorgetti.com
instagram:ch_giorgetti
L’opera di Chiara Giorgetti “ruota intorno ai temi della comunicazione, del linguaggio e del vuoto in una società dominata dalla tecnologia, elementi costanti sono quelli legati alla storia delle immagini e delle relazioni umane. Le immagini appaiono avvolte in un’aura di silenzio, elementi di una ricerca in controtendenza con la caotica e appariscente comunicazione della società contemporanea”.
Citato dal catalogo della mostra Graft alla Galerie Miroslava Kubíka, Marcello Farabegoli
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L'opera assente
cianotipia su carta Arches
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L'opera assente
ARCHES
cianotipia su carta Arches
60x80 cm, 2019
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L'opera assente
cianotipia su carta Arches
Tutte le opere sono combinazioni complesse di sistemi che lungi dal riprodurre meccanicamente le immagini sono elaborate in molteplici fasi di lavorazione: dalla preparazione delle matrici di zinco o rame in acquaforte per la stampa con l’antico torchio calcografico fino al disegno a grafite, e ancora nella preparazione di emulsioni fotosensibili agli scatti fotografici analogici successivamente rielaborati fino alla scelta del supporto ritenuto più idoneo per quello specifico lavoro.
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Positivo/Negativo
marmo, colore nero, stampa a contatto su carta baritata
Installazione Museo Civico del Marmo di Carrara
30x30x8 cm e 30x40 cm, 2014
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Le parole, la notte loro si misuri a secoli, a piramidi, ad ere
dattiloscritto realizzato con Olivetti Lexikon 80 su carta carbone e carta grafite
Installazione presso Studio Campo Boario, Roma
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Acquainted with the night (a distant memories wall)
dattiloscritto realizzato con Olivetti Lexikon 80 su carta copiativa
Installazione Maniere Noire Gallery, Berlin
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Scritti sull’arte
acquaforte su carta Arches
3 carte ciascuna 70 x 110 cm, 2016
Installazione Miroslava Kubika Gallery, Litomysl

Work in progress
cianotipia fronte/retro su carta Hahnemühle
ogni foglio 53x78 cm , 2019 -Installazione di 5 carte
Atelier Armadillo, Firenze
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Nove immagini
stampa lambda su alluminio
Un continuo processo di trasformazione, ricerca ed elaborazione delle idee in cui le immagini si ripetono riassemblate, ricomposte, capovolte, attraversando metodi antichi e contemporanei in un ribaltamento e rimando continuo.
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Summer glacier
stampa UV flatbed su tessuto di lino
pittura,53 x 46 cm, cornice 60 x 53 cm, 2017
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Nero
stampa digitale fine art, matita litografica, grafite e gouache su carta Hahnemühle
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Nero
stampa digitale fine art, matita litografica, grafite e gouache su carta Hahnemühle

operazione sull' immagine
disegno su stampa analogica
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operazione sull' immagine
disegno su stampa analogica
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operazione sull' immagine
disegno su stampa analogica, nastro adesivo
Le immagini nel lavoro di Giorgetti migrano reinventandosi da un sistema all’altro attraverso le modalità del fare in un processo generativo dell’immagine che non è tanto visione del rappresentato, ma il suo fantasma, memoria, assenza, sottrazione, negazione, impotenza umana.
中意设计交流中心
Centro Sino Italiano di Design
Da che cosa prende inizio il suo lavoro, ad esempio la serie sviluppata in cianotipia dal titolo “L’opera assente”?
Lavoro sulla percezione dell’impotenza umana, sull'intimità, la distanza, la comunicazione tra le persone e lo spazio fisico in cui vivono, in genere il lavoro parte da un'idea scaturita dal fare o da una memoria, una sensazione o uno stato d’animo che cerco poi di visualizzare e comunicare all’osservatore. Nella serie L’opera assente la riflessione si concentra sul vuoto, vuoto che è traccia, memoria, obiettivo finale di sintesi, non un horror vacui ma al contrario condizione necessaria per libertà e movimento, per ritrovare e comprendere l’origine delle cose e che è in grado di suggerire le coordinate per definire lo spazio e il tempo.
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Centro Sino Italiano di Design
Quali sono le motivazioni della sua ricerca artistica?
La mia ricerca è incentrata attorno ai temi della storia dell’uomo, dell’etica della responsabilità, la percezione del dentro e del fuori, il tempo e la memoria, il distacco dal non-necessario e la relazione complessa con un ambiente dominato dalla tecnologia, indagando al contempo le caratteristiche dei metodi della grafica d’arte e della calcografia: il concetto di specularità, di matrice, medium, serialità e originalità. Utilizzo sistemi digitali dagli anni ’90 ma ho una formazione artistica accademica, ho studiato pittura e incisione calcografica e proprio questa commistione di metodi mi ha portato ad un fare per così dire inclusivo. La grafica d’arte in tutte le sue declinazioni possiede per me il/i linguaggio/i migliore per arrivare a sintetizzare rendendo evidenti gli obbiettivi su cui mi sono proposta di lavorare. Ogni volta ho la necessità di trovare il sistema appropriato in relazione al lavoro che voglio sviluppare in una costante ricerca di equilibri non solo formali, quanto piuttosto di sintesi, di azzeramento del superfluo in cui la ricerca dei materiali è fondamentale, proprio dalla caratteristica e poetica degli stessi riesco a mettere a punto le suggestioni iniziali.
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La maggior parte delle opere esposte sono molto astratte, come le si devono leggere?
In base all’idea che intendo sviluppare possono venire fuori lavori astratti o altri in cui al contrario sono riconoscibili forme della realtà, oggetti, paesaggi, ma che sono sempre private del loro ruolo, funzione o rappresentazione. La questione si pone quindi in modo più articolato ovvero in relazione all’idea, ogni lavoro ha un suo specifico percorso, una narrazione. Una parte importante della mia ricerca è legata anche alla scrittura, alle parole, brevi testi miei in forma di appunti e note e di autori importanti soprattutto Beckett e Borges che talvolta sono presenti nei lavori.
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Come costruisce l’immagine che intende creare?
Generalmente lavoro su più cose contemporaneamente e in seguito riguardandole le modifico, le completo oppure le lascio al loro destino di appunti e note per lavori futuri. Spesso cicli di lavori iniziati anni prima arrivano a completamento a distanza di tempo, quando lo sguardo è ormai distante e non più immerso nelle circostanze che ne hanno dato origine.
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Che influenza ha avuto il Suo lavoro di insegnamento e art facilitator alla creazione artistica?
Dopo molti anni di lavoro in accademia mi rendo conto che i confini tra ricerca didattica e lavoro artistico sono intersecati, il lavoro accademico se portato avanti con serietà richiede molto tempo, impegno, studio e ricerca costante. Questo connubio mi ha però permesso di approfondire molti aspetti legati alla ricerca sulla natura stessa dei mezzi tecnici cercando di reinventarne la funzione, per dirlo con le parole di Rosalind Krauss, così come approfondire la questione delle relazioni interpersonali, una delle tematiche costanti del mio lavoro. Le relazioni, intese come strumenti di consapevolezza e conoscenza, permettono a mio avviso la crescita professionale degli allievi facilitando la comprensione della propria individualità artistica autonoma. La mia intenzione non è però quella di creare una scuola in cui gli allievi imitano il professore, ma l'esatto opposto, anche se nel laboratorio d’arte è qualcosa di molto complesso.
La mostra è finita, grazie per la visione!
